Le evidenze della letteratura sugli integratori per articolazioni
Esistono numerosi articoli scientifici che evidenziano gli effetti su cartilagine, ossa, muscolo e tendine delle sostanze contenute nei diversi prodotti della linea CartiJoint. Le evidenze della letteratura, frutto di studi clinici controllati randomizzati (randomized controlled trial, RTC), hanno evidenziato i benefici conseguenti all’uso combinato di glucosamina cloridrato, condroitin solfato e di altre sostanze, come il manganese solfato, la vitamina C, la vitamina D, nel trattamento e prevenzione di problematiche articolari.
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Studio pilota, cross-over, per valutare la biodisponibilità orale nell’uomo di BCM-95® CG (Biocurcumax™), una nuova preparazione biologica di curcuminaAntony B. et al.; Indian J Pharm Sci. 2008; 70 (4): 445–449
La curcumina, una componente bioattiva presente nei rizomi della Curcuma longa (turmerico), presenta un eccezionale ampio spettro di attività, tra cui proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali, ed è attualmente studiata in diversi trial clinici per vari tipi di tumori inerenti i tessuti molli.
Tuttavia, anche se studi in vitro e in vivo hanno mostrato che la curcumina ha attività antitumorali per quasi tutti i tipi di tumori nell’uomo, la sua scarsa biodisponibilità ne limita praticamente l’applicazione. I metodi per aumentarne la biodisponibilità orale sono oggetto di questa intensa ricerca. La ricostituzione della curcumina con i componenti non curcuminoidi di turmerico, ha dimostrato di aumentare in modo sostanziale la biodisponibilità. L’obiettivo dello studio è stato quello di determinare nell’uomo la biodisponibilità di una formulazione brevettata di curcuminoidi, BCM-95® CG, in un gruppo di volontari.
La curcumina normale è stata somministrata al gruppo di controllo. Il contenuto di curcumina nel sangue è stato stimato a intervalli periodici. Dopo un periodo di washout di due settimane, i partecipanti del gruppo di controllo sono stati sottoposti a switch della terapia al trattamento dell’altro gruppo e viceversa, BCM-95® CG e curcumina, rispettivamente. Lo studio ha effettuato anche un confronto con una combinazione di curcumina-lecitina-piperina che, in studi precedenti, ha dimostrato di apportare una maggiore biodisponibilità. I risultati dello studio indicano che la biodisponibilità relativa di BCM-95® CG (Biocurcumax™) è stata di circa 6,93 volte superiore rispetto alla normale curcumina e di circa 6,3 volte superiore rispetto alla curcumina-lecitina-piperina. BCM-95® CG può essere ampliamente impiegato per il trattamento di varie malattie croniche.
Efficacia della combinazione di glucosamina cloridrato FCHG49Y, sodio condroitin solfato TRH122Y™ a basso peso molecolare e ascorbato di manganese nella gestione dell’osteoartrosi del ginocchioDas A. Jr. et al.; Osteoarthritis and Cartilage 2000; 8 (5): 343-350.
Obiettivo: lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la combinazione orale di glucosamina HCl, sodio condroitin solfato e ascorbato di manganese per il trattamento dell’osteoartrite (OA) del ginocchio.
Disegno dello studio: studio in doppio cieco randomizzato e controllato verso placebo. Gli Autori hanno reclutato 93 pazienti con OA del ginocchio da un unico centro. Un gruppo è stato trattato con 1.000 mg di glucosamina HCl FCHG49Y, 800 mg di sodio condroitin solfato TRH122Y a basso peso molecolare e 152 mg di ascorbato di manganese due volte al giorno (Cosamin® DS).
I pazienti sono stati valutati inizialmente e poi ogni 2 mesi per 6 mesi. L’outcome primario è stato l’indice di Lesquene per la gravità dell’osteoartrosi del ginocchio (ISK).
Risultati: i pazienti con, a livello radiologico, OA lieve o moderata (N = 72) nel gruppo che ha ricevuto la supplementazione hanno mostrato un significativo miglioramento nell’ISK a 4 e 6 mesi (rispettivamente p = 0,003 e p = 0,04). La percentuale di risposta al farmaco è risultata del 52% vs 28% ottenuto con placebo. I pazienti con osteoartrosi severa (N = 21) non hanno mostrato significativi miglioramenti nell’ISK. L’incidenza degli eventi avversi è stata del 17% nel gruppo trattato e del 19% nel gruppo placebo.
Conclusioni: la combinazione valutata di glucosamina HCl, sodio condroitin solfato e ascorbato di manganese è risultata efficace per il trattamento dell’OA lieve o moderata del ginocchio, misurata mediante ISK. Questo è il primo studio statunitense ad essere stato condotto su questi composti.
Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferoloAdami S. et al.; Reumatismo 2011; 63 (3): 129-147.
La Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) ha elaborato le seguenti linee guida sulla definizione, sulla prevenzione e sul trattamento della carenza di vitamina D.
Sono di seguito presentati i punti salienti:
- L’apporto giornaliero di vitamina D varia da 1.500 UI (adulti sani) a 2.300 UI (anziani con ridotto assorbimento di calcio). Poiché la dieta Italiana include mediamente circa 300 UI al giorno di vitamina D, i soggetti senza un’efficace esposizione al sole dovrebbero ricevere un integrazione con 1.200 – 2.000 UI di vitamina D al giorno.
- I livelli sierici di 25-idrossi-vitamina D [25 (OH) D] rappresentano il modo più preciso per valutare il valore soglia di vitamina D, anche se non esistono ancora metodi di dosaggio standardizzati.
- Condizioni di “carenza” e “insufficienza” sono definiti dai seguenti intervalli di livelli di 25 (OH) D: meno di 20 ng/ml e 20-30 ng/ml, rispettivamente.
- In Italia, circa il 50% dei giovani soggetti sani presenta insufficienza di vitamina D nei mesi invernali. La prevalenza di deficit aumenta con l’invecchiamento, interessando quasi tutti i soggetti anziani che non hanno un supplemento di vitamina D.
- Quando viene individuata una condizione di carenza, è raccomanda una dose cumulativa di 300.000-1.000.000 UI nell’arco di 1-4 settimane.
- Nei soggetti recentemente trattati per insufficienza-carenza, è raccomandata una dose di mantenimento di 800-2.000 UI al giorno (o l’equivalente settimanale). Nei pazienti con dosi giornaliere superiori a 1.000 UI, i livelli di 25 (OH) D devono essere controllati regolarmente (ad esempio una volta ogni due anni).
- La dose giornaliera tollerata più alta è stata identificata come 4.000 UI al giorno.
- L’integrazione di vitamina D deve essere attentamente monitorata nei pazienti a più alto rischio di intossicazione di vitamina D (granulomatosi) o con iperparatiroidismo primario.
Nelle donne in gravidanza devono essere somministrati integratori di vitamina D come nelle donne non in gravidanza, ma bisogna evitare la somministrazione in bolo (es. una singola dose > 25.000 UI).
Glucosamina, condroitin solfato e loro combinazione per il trattamento del dolore da osteoartrosi dolorosa del ginocchioClegg D.O. et al.; N Engl J Med 2006; 354 (8): 795-808.
Background: glucosamina e condroitin solfato vengono utilizzati per trattare l’osteoartrosi. Lo studio GAIT (Glucosamine/chondroitin ArthritisIntervention Trial), studio multicentrico, in doppio cieco, controllato verso placebo e celecoxib, ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento del dolore al ginocchio da osteoartrosi.
Metodi: gli Autori hanno randomizzato 1.583 pazienti con osteoartrosi sintomatica del ginocchio al trattamento con 1.500 mg/die di glucosamina, 1.200 mg/die di condroitin solfato, glucosamina + condroitin solfato, 200 mg/die di celecoxib o placebo per 24 settimane. Lo studio ha consentito l’utilizzo giornaliero di acetaminofene fino a 4.000 mg, come analgesico al bisogno.
Il trattamento è stato assegnato in base alla gravità del dolore al ginocchio (lieve [N = 1.229] vs moderato-grave [N = 354]). La misura di outcomeprimario è stata la diminuzione del dolore al ginocchio del 20% alla 24a settimana rispetto al basale.
Risultati: l’età media dei pazienti era di 59 anni e il 64% erano donne. Nel complesso, glucosamina e condroitin solfato non sono significativamente migliori rispetto al placebo nel ridurre il dolore al ginocchio del 20%. Rispetto alla percentuale di risposta al placebo (60,1%), la percentuale di risposta alla glucosamina è risultata maggiore del 3,9% (p = 0,30), quella del condroitin solfato è risultata maggiore del 5,3% (p = 0,17) mentre quella del trattamento combinato è risultata più elevata del 6,5% (p = 0,09).
La percentuale di risposta nel gruppo di controllo con celecoxib è risultata superiore del 10,0% rispetto al gruppo di controllo con placebo (p = 0,008). Per i pazienti con dolore al basale da moderato a severo, la percentuale di risposta è risultata significativamente maggiore con la terapia combinata rispetto al placebo (79,2% vs 54,3%, p = 0,002). Gli eventi avversi sono risultati lievi, infrequenti e distribuiti uniformemente tra i gruppi.
Conclusioni: glucosamina e condroitin solfato da soli o in combinazione non hanno ridotto efficacemente il dolore nei gruppi di pazienti con osteoartrosi del ginocchio. Le analisi conoscitive suggeriscono che la combinazione glucosamina e condroitin solfato possa essere efficace nel trattamento del sottogruppo di pazienti con dolore al ginocchio da moderato a grave.
Malattia da deficit di lunga latenza: evidenze su calcio e vitamina DHeaney R.P.; Am J Clin Nutr. 2003; 78 (5): 912-919
Le raccomandazioni sull’assunzione di nutrienti e le direttive nutrizionali nazionali si sono concentrate principalmente sulla prevenzione delle malattie da deficit di breve latenza. Oggi la maggior parte delle raccomandazioni sull’assunzione di sostanze nutritive si basano solo sulla prevenzione della malattia. Tuttavia, l’inadeguata assunzione di molti nutrienti è ormai riconosciuta nel dare contributo a molte delle principali patologie croniche che colpiscono le popolazioni dei Paesi industrializzati. Spesso impiegando molti anni per manifestarsi, questi outcome di malattia dovrebbero essere considerati come malattie da carenza/deficit di lunga latenza. A volte derivano dallo stesso meccanismo fisiopatologico che sviluppa la malattia, ma a volte i meccanismi sono completamente diversi.
Sono brevemente riportati esempi ben documentati di stati di deficit sia di breve che di lunga latenza che coinvolgono il calcio e la vitamina D. Le evidenze derivate da queste sostanze nutritive vengono applicate preliminarmente all’acido folico. Considerando il ruolo completo dell’alimentazione nella lunga latenza, i disturbi multifattoriali sono probabilmente la principale sfida che la scienza della nutrizione oggi deve affrontare.
Il primo elemento di questa sfida è quello di riconoscere che l’inadeguata assunzione di specifici nutrienti può portare a più di una patologia, può determinare patologie tramite più meccanismi e potrebbero essere necessari diversi anni affinchè la patologia sia individuabile clinicamente.
Poiché l’assunzione necessaria per prevenire molti dei disturbi di lunga latenza è superiore a quella necessaria per prevenire le rispettive malattie, le raccomandazioni basate esclusivamente sulla prevenzione degli indici di malattia non sono più biologicamente plausibili.
Condroprotezione in vivo e sinergia metabolica di glucosamina e condroitin solfatoLippiello L. et al.; Clin Orthop Relat Res. 2000; (381): 229-240
I supplementi con glucosamina cloridrato, condroitin solfato a basso peso molecolare e ascorbato di manganese sono stati testati separatamente e in combinazione per valutare la loro capacità di ritardare la progressione della degenerazione cartilaginea in un modello di osteoartrosi da instabilità.(1)
Per misurare il grado e l’estensione del coinvolgimento tissutale delle lesioni è stata effettuata una valutazione istologica computerizzata quantitativa di sezioni colorate con safranina O dei condili femorali mediali.
Le lesioni gravi (grado Mankin superiore a 7) sono risultate assenti in tutti gli animali che hanno ricevuto l’integratore alimentare composto da glucosamina, condroitin solfato e manganese ascorbato. Negli animali trattati, il coinvolgimento lineare totale (mm di superficie lesionata) e il grado totale (grado medio X il numero di lesioni per animale) sono diminuiti significativamente rispetto ai controlli (59% e 74% rispettivamente). Gli animali trattati solo con glucosamina, condroitin solfato o ascorbato di manganese hanno dimostrato un minor coinvolgimento tissutale moderato e severo rispetto ai controlli, ma non come osservato nel gruppo trattato con la combinazione. In vitro, la combinazione di glucosamina cloridrato e condroitin solfato ha agito sinergicamente nel stimolare la sintesi di glicosaminoglicani (96,6%).
Condroitin solfato e ascorbato di manganese, ma non glucosamina, sono efficaci nell’inibire l’attività degli enzimi degradativi. Questi dati suggeriscono l’attività atta a modificare la storia naturale della malattia (la capacità di ritardare la progressione della degenerazione cartilaginea) del composto contenente glucosamina, condroitin solfato e manganese ascorbato è maggiore rispetto a qualsiasi componente da solo.
(1) Resezione chirurgica del LCA e LCP e del menisco mediale
Efficacia e sicurezza del trattamento con mucopolisaccaride orale, collagene di tipo I e vitamina C nei pazienti con tendinopatiaArquer A. et al.; Apunts Med Esport. 2014; 49 (182): 31−36.
Introduzione e obiettivi: la tendinopatia, accompagnata da modifiche strutturali del tendine, è una lesione comune nello sport. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di un integratore alimentare contenente mucopolisaccaridi, collagene di tipo I e vitamina C (Tendoactive™) sull’evoluzione clinica e strutturale delle tendinopatie del tendine di Achille, tendine rotuleo e il tendine dell’epicondilo laterale nel gomito.
Materiali e metodi: è stato condotto uno studio esplorativo di fase IV, multicentrico, in aperto, prospettico, non comparativo. Sono stati arruolati 98 pazienti con tendinopatia (32 del tendine di Achille, 32 rotulei e 34 con epicondilite laterale), i quali hanno ricevuto una dose giornaliera di 435 mg di mucopolisaccaridi, 75 mg di collagene di tipo I e 60 mg di vitamina C (equivalente a tre capsule di Tendoactive™ al giorno) per 90 giorni consecutivi.
Ogni mese, il dolore a riposo e in movimento è stato valutato utilizzando una scala visiva analogica (VAS), la funzione articolare è stata valutata utilizzando i questionari VISA-A, VISA-P e PRTEE, e il tendine affetto è stato esaminato con gli ultrasuoni.
Risultati: una riduzione significativa del dolore è stata osservata sia a riposo che in movimento tra la prima visita di controllo (giorno 30) e la fine dello studio (giorno 90) per tutti e tre i tipi di tendinopatia. Pertanto, al 90° giorno (p < 0,001) è stato osservato un miglioramento del 38% in VISA-A, del 46% in VISA-P e del 77% in PRTEE. Allo stesso modo, è stata osservata una diminuzione del 12% dello spessore del tendine di Achille, una diminuzione del 10% nel tendine rotuleo e una diminuzione del 20% nel tendine epicondilo laterale (p < 0,05).
Conclusioni: i risultati di questo studio mostrano che la somministrazione di Tendoactive™ è sicura ed efficace nel miglioramento dei sintomi clinici e nell’evoluzione strutturale delle tendinopatie dei tendini di Achille, rotuleo e epicondilo laterale.
Efficacia del trattamento della tendinite e della fascite plantare con Tendoactive™Nadal et al.; Poster presentato al congresso OARSI, 2009
Tendoactive* è un integratore alimentare raccomandato agli sportivi che soffrono di tendinopatia.
Il prodotto è focalizzato sulla cura del tendine e contiene collagene di tipo I, vitamina C e mucopolisaccaridi. Il collagene di tipo I è un componente dei tendini, la vitamina C promuove la sintesi di collagene e i mucopolisaccaridi contribuiscono alla corretta struttura delle microfibrille di collagene.
* in Italia Tendijoint
Inibizione dell’attività COX-1 e COX-2 da plasma di volontari umani dopo l’assunzione di estratto di corteccia di pino marittimo francese (Pycnogenol®).Schäfer A. et al.; Biomed Pharmacother. 2006; 60 (1): 5-9
Numerosi studi hanno dimostrato che la supplementazione con l’estratto di corteccia di pino marittimo francese (Pycnogenol®) migliora i sintomi infiammatori in vivo. Tuttavia, le basi farmacologiche molecolari degli effetti osservati non sono state ancora completamente scoperte. Gli effetti inibitori diretti degli estratti o componenti di piante sull’attività della cicloossigenasi (COX) sono stati ripetutamente riportati, ma non è ancora chiaro se si possano raggiungere concentrazioni sufficientemente elevate di composti bioattivi nell’uomo.
Lo scopo dello studio è stato quello di determinare una possibile inibizione dell’attività enzimatica di COX-1 e COX-2 da parte dei campioni di siero di volontari umani dopo l’assunzione dell’estratto di corteccia di pino marittimo francese.
Questa metodologia ha considerato che i campioni di siero contenevano qualsiasi principio attivo biodisponibile. Pertanto, gli autori hanno ottenuto i campioni di sangue prima e dopo 5 giorni di somministrazione di 200 mg di Pycnogenol® in cinque soggetti sani. Il plasma ha inibito moderatamente sia l’attività di COX-1 che di COX-2 ex-vivo.
In un secondo approccio, 10 volontari hanno ricevuto una dose singola di 300 mg di Pycnogenol®. Solo 30 minuti dopo l’assunzione dell’estratto di corteccia di pino i campioni di siero hanno indotto un aumento statisticamente significativo dell’inibizione sia della COX-1 (p < 0,02) che della COX-2 (p < 0,002). Ciò suggerisce una biodisponibilità sorprendentemente rapida dei composti bioeffettivi dopo l’assunzione orale dell’estratto. Pertanto, gli autori hanno evidenziato che il Pycnogenol® esercita gli effetti mediante l’inibizione degli enzimi che generano eicosanoidi che è coerente con gli antinfiammatori clinici segnalati e gli effetti degli inibitori piastrinici in vivo. La prossima sfida dello studio è identificare nel plasma umano i principi attivi che sono rapidamente biodisponibili.
Inibizione dell’attivazione di NF-kB e della secrezione di MMP-9 da plasma di volontari umani dopo l’assunzione di estratto di corteccia di pino marittimo (Pycnogenol®).Grimm T. et al.; J Inflamm (Lond). 2006; 3: 1
L’estratto di corteccia di pino marittimo francese (Pycnogenol®) mostra in vivo diversi effetti anti-infiammatori. Scopo dello studio è stato quello di determinare se il plasma umano dopo l’assunzione orale di Pycnogenol® contiene concentrazioni sufficienti di principi attivi per inibire i mediatori chiave dell’infiammazione. I campioni di sangue di sette volontari sani sono stati ottenuti prima e dopo cinque giorni di somministrazione di 200 mg di Pycnogenol® al giorno. I campioni di plasma inibiscono in modo statisticamente significativo il rilascio della metalloproteinasi della matrice 9 (MMP-9) dai monociti umani e l’attivazione di NF-κB. Gli autori hanno dimostrato che i principi attivi biodisponibili di Pycnogenol® esercitano un’azione anti-infiammatoria mediante l’inibizione dell’espressione genica pro-infiammatoria che è coerente con le osservazioni cliniche documentate. Gli autori suggeriscono che il metodo ex-vivo è adatto a dimostrare i meccanismi molecolari farmacologici degli estratti vegetali complessi in modo più mirato e razionale rispetto agli studi in vitro prendendo in considerazione i processi di assorbimento e di metabolismo.
Pycnogenol® French maritime pine bark extract in randomized, double-blind, placebo-controlled human clinical studies Franziska Weichmann1* and Peter Rohdewald2 1Horphag Research, Geneva, Switzerland, 2Institute of Pharmaceutical Chemistry, Westfälische Wilhelms-Universität Münster, Münster, Germany
Pycnogenol® French maritime pine bark extract is a well-known and thoroughly studied patented extract from the bark of Pinus pinaster Ait. ssp. Atlantica. In 39 randomized double-blind, placebo-controlled (RDP) human clinical trials including 2,009 subjects, PycnogenolR French maritime pine bark extract supplementation for two weeks to six months has been shown to beneficially affect cardiovascular health, chronic venous insufficiency, cognition, joint health, skin health, eye health, women’s health, respiratory health and allergies, oral health and sports performance.
Efficacia e sicurezza di una combinazione di glucosammina cloridrato, condroitina solfato e Bio-Curcumin con esercizio fisico nel trattamento dell’osteoartrite del ginocchio: studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placeboSterzi S et al.; European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine giugno 2016; 52(3): 321-30
Introduzione: il trattamento conservativo dell’osteoartrite del ginocchio (OA) punta a rallentare la degenerazione della cartilagine; i condroprotettori rappresentano un valido approccio in questo senso. Nello studio è stato usato un integratore alimentare disponibile in commercio, CartiJoint Forte, che contiene glucosammina cloridrato (GH), condroitina solfato (CS) e Bio-Curcumin BCM-95®.
Obiettivo: l’obiettivo dello studio è valutare l’efficacia e la sicurezza di CartiJoint Forte abbinato a una terapia fisica nel trattamento di soggetti affetti da OA del ginocchio.
Progettazione: studio clinico multicentrico, prospettico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo.
Setting: pazienti ambulatoriali inviati ai Dipartimenti di riabilitazione dei due Ospedali universitari.
Popolazione: cinquantatré pazienti sono stati assegnati in modo casuale a un gruppo sperimentale (N=26) o a un gruppo di controllo (N=27). I soggetti del gruppo sperimentale hanno ricevuto due compresse di CartiJoint Forte al giorno per 8 settimane, mentre quelli del gruppo di controllo hanno ricevuto un placebo. Tre soggetti hanno abbandonato durante lo svolgimento dello studio.
Metodi: nel corso dello studio entrambi i gruppi hanno ricevuto 20 sessioni di terapia fisica. L’outcome primario era l’intensità di dolore, misurata sia in movimento sia a riposo, utilizzando la Scala Analogica Visiva (VAS). Un outcome secondario era la valutazione della funzionalità del ginocchio tramite l’indice WOMAC (Western Ontario and McMaster Universities Arthritis Index) e l’indice Lequesne, il ROM articolare del ginocchio e due marcatori di infiammazione (proteina C-reattiva e velocità di sedimentazione eritrocitaria). Ciascuna valutazione è stata effettuata al basale (T0), a 8 settimane (T1) e a 12 settimane (T2).
Risultati: si è riscontrata una riduzione della VAS a riposo tra T0 e T1, e tra T0 e T2 (F=13.712; P=0.0001), senza differenze tra i gruppi (F=1.724; P=0.191). La VAS in movimento ha rivelato una significativa interazione di “gruppo x tempo” (F=2.491; P=0.032), con un effetto di riduzione della VAS crescente nel tempo (F=17.748; P=0.0001). Questo dato era più pronunciato nel gruppo sperimentale a 8 settimane (F=3.437; P=0.045). L’indice Lequesne ha mostrato una riduzione al T1 e T2 rispetto al T0 (F=9.535; P=0.0001), unitamente a un effetto di gruppo, dato che al T2 il gruppo sperimentale presentava un punteggio inferiore (F=7.091; P=0.009). Non sono stati riscontrati cambiamenti significativi nella ROM articolare del ginocchio e nei marcatori di infiammazione.
Conclusione: CartiJoint Forte, in abbinamento alla terapia fisica, può migliorare il dolore e contribuire a migliorare il punteggio algofunzionale nei pazienti affetti da OA.
Impatto clinico sulla riabilitazione: il trattamento della OA del ginocchio con curcuminoidi più glicosamminoglicani, in abbinamento alla terapia fisica, migliora i punteggi VAS in movimento e l’indice Lequesne.
Efficacia antalgica con la sola supplementazione di un integratore a base di glucosamina, condroitin solfato e Bio-Curcumin BCM-95® nella gonartrosi dolorosa.Muratore M; International Journal Of Experimental & Clinical Research; Estratto n° 2 dal Volume n° 1, 2013
L’Osteoartrosi (OA) è una malattia degenerativa con minimi segni di infiammazione ed è una malattia progressiva le cui manifestazioni cliniche sono anomalie della struttura dell’articolazione (riscontrabili mediante imaging) ed un complesso di sintomi caratterizzato da dolore, limitazione della funzione e disabilità, con riduzione della qualità di vita.
I farmaci convenzionali per il dolore cronico, come gli analgesici, aumentano il rischio di eventi avversi. Inoltre, moltipazienti con OA sono trattati con farmaci per lunghi periodi del tempo, presentano comorbidità ed utilizzano altri farmaci per le altre malattie, che aumentano ulteriormente la probabilità di eventi avversi.
A causa di recenti problemi di sicurezza riguardanti i farmaci analgesici, i pazienti sembrano sempre più apprezzare integratori alimentari più sicuri nel trattamento a lungo termine di OA. Questi includono glucosamina e condroitin solfato.
Bio-curcumin BCM-95® è invece un estratto naturale di Curcuma longa ad alta biodisponibilità dotata di elevata attività antalgica.
Scopo di questo studio era quello di effettuare una valutazione oggettiva dell’efficacia nella riduzione del dolore e del risparmio nell’impiego di analgesici con un integratore contenente glucosamina, condroitin solfato e Bio-curcumin BCM-95® nel trattamento di pazienti con gonartrosi.
I risultati hanno mostrato che l’impiego di un integratore a base di glucosamina, condroitin solfato e Bio-curcumin BCM-95®, oltre ad evidenziare benefici effetti sulla sintomatologia, ha ridotto in maniera significativa il consumo di analgesici, con positivi effetti sulla condizione generale del paziente.
I protagonisti degli articoli scientifici
La glucosamina e il condroitin solfato, principali sostanze contenute negli integratori alimentari della linea CartiJoint, sono elementi utili per la salute della cartilagine articolare in quanto costituenti essenziali della matrice cartilaginea.
Il condroitin solfato inoltre, essendo una macromolecola polisaccaridica altamente idrofila, conferisce alla matrice cartilaginea la capacità di ammortizzare le sollecitazioni, conseguenti a stress meccanici, alle quali le articolazioni sono sottoposte quotidianamente.
Le evidenze della letteratura dimostrano come glucosamina e condroitin solfato possono essere utilizzate, sia individualmente che sinergicamente, per contribuire al miglioramento della sintomatologia e della funzionalità articolare in pazienti affetti da osteoartrosi (OA).
Il metodo degli studi clinici e le evidenze della letteratura
Il metodo più diffuso alla base delle evidenze della letteratura è quello degli studi clinici controllati randomizzati. Questo metodo di studio assegna in modo casuale a due gruppi d’individui il trattamento clinico: un gruppo effettuerà un test di trattamento, un altro un test di controllo (es. placebo) e i dati vengono raccolti simultaneamente. Il risultato dello studio oggetto dell’articolo scientifico si evince dal confronto dei dati raccolti.
Secondo questo e altri metodi, gli articoli scientifici che sono stati condotti sugli effetti delle sostanze contenute nei prodotti della linea CartiJoint, sembrano dimostrare che gli integratori siano in grado di produrre una riduzione del dolore soprattutto se associati a una terapia fisica-riabilitativa per la cura dell’osteoartrosi.
(Munarolo D. et al.; Medicina dello Sport 2011; 64 (2): 159-171).